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La grande neve del 2012

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L’episodio gelido e nevoso del febbraio 2012 è stato il più intenso dal 1956 ed ha interessato gran parte del continente europeo fino al Nord Africa, causando 650 vittime.

Il gelo ha interessato le nazioni più settentrionali (la temperatura più bassa è stata rilevata a Kuusamo, in Finlandia con -39,2°C) ma le masse d’aria fredda, provenienti dal cuore della Siberia, hanno favorito nevicate diffuse, ad Algeri sono caduti 20 cm di neve e persino il deserto del Sahara si è rivestito di bianco!

In Italia il picco delle temperature più basse si è registrato tra il 6 ed il 7 di febbraio e questi sono alcuni dei valori registrati:

  • -23,2°C Torino (Venaria Reale);
  • -22,1°C Cuneo (Aeroporto Levaldigi);
  • -21,3°C Casale Monferrato;
  • -17,8°C Milano (Malpensa);
  • -15,2°C Novara (Cameri);
  • -14°C Rieti;
  • -7,4°C Roma (Urbe)

In virtù della portata dell’evento, il giorno 8 febbraio il governo emanava un apposito D.P.C.M. concernente “dichiarazione dell’eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a causa delle eccezionali avversità atmosferiche che stanno colpendo il territorio nazionale nel mese di febbraio 2012” con addirittura l’intervento dell’esercito per liberare i comuni dalla neve.

Configurazione dell’evento: assetto barico e termico sul comparto europeo

Il periodo precedente all’evento era stato caratterizzato da un vasto raffreddamento sull’Europa orientale (vedi fig.1) a cui si associavano delle irruzioni fredde sulla Penisola Balcanica e su quella Anatolica che lambivano anche il Sud Italia (vedi fig.2). Dalla seconda parte di gennaio, la massa d’aria sull’Est Europa si espandeva (grazie alla formazione di un campo d’alta pressione “termico” sulla Russia) e premeva sull’Adriatico ma è alla fine del mese che si concrettizzava la configurazione portante di questo evento estremo.

Fig.1 – Anomalia del mese di Gennaio 2012
Fig.2 – Temperature a 850hPa del 17 Gennaio 2012

Sull’ Atlantico orientale cominciò a svilupparsi un potente promontorio anticiclonico di matrice subtropicale con asse ad assetto meridiano diretto fino alle regioni polari/artiche. La massa d’aria di tipo artico-continentale giagente tra la Siberia orientale ed addirittura la Mongolia venne quindi richiamata verso occidente.

Fig.3 – Mappa sinottica relativa al 29 gennaio ©deutscher wetterdienst

Un primo minimo depressionario (denominato Ines ) prese forma sul mar Tirreno e portò precipitazioni nevose sul Piemonte e sulla Liguria tra il 28 ed il 30 gennaio (nevicò anche a Torino ) mentre richiamava aria relativamente più mite da sud; nel frattempo l’alta pressione atlantica si allungava verso il Regno Unito fino a formare un unico blocco con l’anticiclone russo (denominato Cooper ), in quel momento situato sulla Finlandia (vedi fig.3).

Il secondo step ha inizio il 1 febbraio quando la massa gelida che avanza da est pilotata dal vasto anticiclone russo, confluisce sul mar Tirreno dopo aver raggirato le Alpi (vedi fig.4). La particolare orografia del Mediterraneo centrale innesca un profondo minimo depressionario (denominato Julia ) che va a collocarsi sull’Italia centrale (vedi fig.5).

Fig.4 – Temperature a 850hPa del 2 Febbraio 2012
Fig.5 – Mappa sinottica relativa al 29 gennaio
©deutscher wetterdienst

E’ l’inizio di un lungo periodo di nevicate su gran parte dell’Italia: Pisa, Lucca, Viareggio, Empoli (10cm), Livorno (20/25cm), Siena (27cm) sono alcune delle città interessate del lato tirrenico alle quali si aggiunserò quelle adriatiche di Emilia-Romagna e Marche, dove la neve accumulata raggiunse spessori notevoli. I giorni successivi la depressione scivolava verso sud coinvolgendo anche le regioni centro-meridionali.

Fig.6 – Vista satellitare della perturbazione Julia con il vortice che interessa gran parte dell’Italia.

Crono-storia

1 FEBBRAIO – Le prime nevicate interessano la Basilicata già nel corso della giornata del 1 febbraio, con rovesci intermittenti provenienti dal Tirreno, anche a carattere temporalesco (vedi fig.6). La pecularità deI tipo di aria (come già detto continentale), molto fredda nei bassi strati dell’atmosfera, mantiene le temperature piuttosto basse anche al suolo nonostante ad 850hPa le termiche siano comprese tra -1°C e -2°C, spingendo le precipitazioni nevose fino a quote di alta collina su tutto l’Appennino Lucano occidentale. Anche Potenza viene interessata da una fitta nevicata (vedi fig.7) con accumulo che cresce velocemente in serata fino a superare anche i 10cm nei quartieri più alti.

Fig.7 – Nevicata in atto su Potenza alle 19:oo del 1 febbraio – ©Mimmo

2 FEBBRAIO – Il giorno successivo, dopo parziali schiarite in mattinata, riprendono le precipitazioni. Le zone più a nord risentono meno del richiamo mite ed il freddo presente nei bassi strati consente nevicate fino in collina: Rionero in Vulture e Melfi vengono imbiancate già nel tardo pomeriggio e nella notte del 3 anche Venosa (poco più di 400m) e poi Lavello (circa 300m) mentre a Potenza la neve si è trasformata in una gelida pioggia (gelicidio).

3 FEBBRAIO – Al mattino del 3 febbraio Melfi e Rionero si svegliavano con accumuli di tutto rispetto (circa 15cm), la neve aveva raggiunto anche la pianura di San Nicola di Melfi (meno di 200m), imbiancato Lavello (circa 2 cm) e Venosa (circa 5cm).

Disagi sulla provinciale Barile-Venosa, ridotta ad una pista di pattinaggio, diversi automobilisti restano bloccati a poche centinaia di metri dall’imbocco per la statale Potenza-Melfi.

Più a sud la temperatura a Potenza (quota 750m) fa registrare +5°C, a Brienza (quota 700m) +10°C, a San Severino Lucano (quota >800m) addirittura +11°C ! – è questa la fotografia di una regione spaccata in due, tra correnti fredde al suolo sulle zone settentrionali e correnti miti su quelle meridionali (vedi fig.8).

Fig.8 – Mappa con riferimento alle temperature al suolo nelle ore centrali del 3 febbraio 2012

Nella serata del 3 febbraio però le cose iniziano a cambiare con lo spostamento del minimo dal Medio Tirreno al Medio Adriatico, il richiamo mite gradualmente abbandona le zone meridionali spostandosi verso lo Jonio e mentre un nuovo fronte precipitativo interessa la Basilicata, le precipitazioni nevose avvolgono anche la città di Potenza. Celle temporalesche, alimentate dal fronte freddo, risalgono dalla vicina Campania e colpiscono ripetutamente il Potentino nord-occidentale, in particolar modo la zona del Vulture dove in poco più di 2 ore cadono oltre 20 cm su Rionero, su Melfi e su Rapolla, 5cm su Venosa e Lavello (vedi fig.9) e qualcosa meno sulla zona industriale di S.Nicola di Melfi.

Fig.9 – Lavello la sera del 3 febbraio – © P. Calabrese
Webcam del comune di Oppido Lucano, prime ore del 4 Febbraio.

4 FEBBRAIO – E’ una notte da lupi sul Vulture e la zona di Potenza, nubi bianche e basse, ricche di fiocchi di neve grandi come fazzoletti, vengono illuminate ripetutamente dal bagliori dei lampi. L’accumulo sale rapidamente ed al mattino Potenza si risveglia con 20cm di neve fresca, Venosa con 18cm, Ripacandida, Ginestra, Rapolla, Melfi e Rionero in Vulture con oltre 35cm mentre a San Fele l’accumulo al suolo ha superato già il mezzo metro (vedi fig.10). Scuole chiuse in diversi comuni mentre si registrano alcuni interventi per rami spezzati e veicoli in panne ma la situazione sulle principali arterie non vede particolari criticità.

Criticità si presentano invece appena fuori regione: all’imbocco dell’autostrada A16 a Candela (FG), centinaia di camion restano bloccati in attesa di soccorsi (che non arriveranno presto!) mentre l’arteria viene chiusa nel tratto tra Candela e Grottaminarda.

Fig.10 – San Fele nella mattinata del 4 Febbraio – scatto webcam.

La bassa pressione avanza verso sud ed allenta momentaneamente la presa, le ultime nevicate si affievoliscono e nel corso della mattinata, lasciano spazio alle prime schiarite ponendo così fine a questo primo passaggio nevoso.

La neve lambisce anche il Materano con l’abitato di Tricarico ricoperto da oltre 5cm caduti nel corso della notte, imbiancate anche Irsina e Grassano.

Nel frattempo la Scandinavia e l’Europa centrale vengono “invase” dalla possente massa d’aria gelida proveniente dal cuore della Russia, temperature rigide si registrano in diverse regioni con valori fino a -35°C in Svezia, -30°C in Norvegia e Finlandia, -15°C in Polonia e -10°C su Austria e Germania meridionale. In Italia il gelo si fa sentire sulle Alpi (fino a -15°C) e sugli Appennini, oltre che sulla pianura Padana e su quella Veneta.

5 FEBBRAIO – La depressione Julia raggiunge la Sicilia e concede una tregua dal maltempo, nel frattempo aria gelida continua a riversarsi sul Mediterraneo occidentale fino a raggiungere il cuore dell’Algeria (vedi fig.11).

Fig.11 – Mappa con riferimento alle temperature in quota nelle ore centrali del 5 febbraio 2012

Ampi spazi soleggiati durano però solo al mattino (vedi fig.12).

Il vortice lentamente si rinvigorisce mentre cambia direzione puntando lo Jonio. La copertura nuvolosa si estende fino a coprire velocemente i cieli, i monti si incappucciano e le temperature si mantengono molto basse, vicino allo zero anche nelle basse colline.

Siamo alle porte del passaggio più intenso di tutto l’evento, le previsioni parlano chiaro su ciò che attende la Basilicata e non solo mentre nei TG scorrono immagini e notizie di Romagna e Marche sepolte dalla neve.

Nonostante le previsioni, i disagi saranno tanti e per tanti. Numerose polemiche sulla gestione dell’evento, prendono piede tra istituzioni locali e protezione civile, in particolar modo il Sindaco di Roma dichiara: “Un po’ di neve a Roma ed è paralisi. Mentre il resto d’Italia è sepolto sotto la neve, Alemanno accusa la Protezione civile di non aver saputo dire con esattezza quanti centimetri di neve sarebbero caduti sulla Capitale” (sulla Capitale sono scesi fino a 20cm di neve). Il siparietto tra Alemanno (allora sindaco della Capitale) e Gabrielli (allora capo del Dipartimento di Protezione Civile) “ruba” quasi la scena a situazioni ben più gravi presenti sull’Appennino Centro-Settentrionale, con interi paesi isolati da giorni.

Fig.12 – Vista satellitare al mattino del 5 febbraio con dettaglio sulla Basilicata; tra le schiarite si intravedono le zone innevate.

La depressione Julia riprende vigore e nel tardo pomeriggio nuclei precipitativi risalgono dalla Calabria e con moto da Sud-Est iniziano ad interessare dapprima il Pollino e le zone meridionali della Basilicata e subito dopo quelle centrali (vedi fig.13 – si fa riferimento a quell’ ammasso nuvoloso che in serata ha raggiunto Campania e Molise).

Fig.13 – Vista satellitare ad infrarossi nella tarda serata del 5 febbraio

Rotondella, Stigliano, poi Pisticci e Ferrandina, Calciano, Tricarico e ancora Miglionico ed Irsina, i primi fiocchi di neve cadono anche sulle colline del Materano mentre a Matera la precipitazioni è ancora mista.

Gli occhi dei meteo-appassionati sono tutti puntati sul Sat, un enorme ammasso nuvoloso (vedi fig.13) che ruota intorno al minimo, risale lentamente lo Jonio; è lui che aspettano per vivere una delle nevicate più intense del secolo.

6 FEBBRAIO – E’ lunedi, paesaggi imbiancati danno il buongiorno a tanti lucani. Nella notte circa 10cm di neve sono caduti su Potenza e su tutte le zone interne del Potentino, un paio di cm invece sui colli materani. Le scuole sono rimaste chiuse in diversi comuni della regione.

La depressione si approfondisce sullo Jonio mentre nella mattinata continua a cadere un fitto nevischio. Le temperature calano ancora scendendo sotto lo zero già da quote collinare, le strade ed i marciapiedi iniziano ad essere invase dal ghiaccio con i primi disagi ed incidenti ad esso collegati. Anas nel frattempo avvisa delle ormai scarse riserve di sale e della difficoltà di approviggionamento.

50 famiglie sono bloccate da due giorni nella frazione Sant’Andrea di Atella e la Sp91 Rionero-Monticchio è ricoperta in alcuni punti da oltre 3 metri di neve. Altre famiglie sono isolate nel comune di Acerenza. Mezzi bloccati su diverse strade, da Avigliano a Pietragalla, nella zona di San Nicola di Melfi e di Candela la situazione è abbastanza critica.

Fig.14 – L’autobus rimasto bloccato nei pressi di Palazzo S. Gervasio -©Miolla

Lo stabilimento SATA di Melfi ferma la produzione in attesa di un miglioramento delle condizioni atmosferiche, un autobus che trasportava una quindicina di operai di rientro verso il Materano, resta bloccato insieme ad altri mezzi pesanti nei pressi di Palazzo San Gervasio (vedi fig.14). Dopo diverse ore i malcapitati vengono raggiunti ed ospitati in una struttura ricettiva (rimarranno bloccati per quattro giorni).

La neve raggiunge anche Matera (vedi fig.15) ed i fiocchi si spingono a quote sempre più basse fino a lambire Marconia e la Statale 106 poco prima dell’abitato di Policoro.

La struttura depressionaria genera nuvolosità sempre più estesa e compatta (vedi fig.16), la ventilazione aumenta e si fa sostenuta, la neve polverosa viene spazzata dalle folate di vento e si deposita creando accumuli eolici, anche le strade ripulite vengono nuovamente ricoperte dalla neve per via del vento; in serata i fenomeni si fanno più intensi sul Materano con nevicate che interessano anche la costa jonica ma senza accumulare.

A tarda sera si misurano accumuli fino a 15cm nei centri di Pisticci e Ferrandina, fino a 50cm eolici.

Fig.15 – Scatto webcam con veduta dei Sassi
Fig.16 – Vista satellitare ad infrarossi del 6 febbraio

7 FEBBRAIO – Durante la notte continua a nevicare a mo’ di blizzard soprattutto nelle aree meridionali del Materano e su tutto l’Appennino.

Al mattino l’accumulo medio supera i 20cm a Pisticci (vedi fig.17) e Ferrandina, 15cm a Miglionico; poco più a nord gli spessori scendono sotto i 10cm a Montescaglioso e si aggirano intorno i 6-7cm a Matera (vedi fig.18). Spostandoci verso l’interno gli accumuli crescono vertiginosamente, a Tricarico le vie del centro storico sono ormai piene di neve, qui gli accumuli si aggirano dai 40cm ai 70/80cm eolici, quasi mezzo metro anche a Valsinni. Paesaggio bianco anche sulle frazioni di Brefaro, Massa e Santa Caterina nel territorio di Maratea.

Fig.17 – Veduta di Pisticci al mattino del 7 febbraio
Fig.18 – Veduta di Matera al mattino del 7 febbraio

Continua incessantemente a nevicare e la situazione precipita velocemente.

Sulla SS655 nei pressi di Candela restano bloccate più di 100 persone: auto, bus di linea e camion fermi per ore (vedi fig.19).

Fig.19 – Blocco dei tir al casello autostradale di Candela – ©Franco Cautillo

I VV.FF ed i militari, giunti da Foggia sul posto, richiedono persino l’intervento di elicotteri per portare le persone in punti di raccolta e più sicuri. L’autostrada A16 viene chiusa nel tratto tra Lacedonia e Cerignola; chiusure anche per la SS655 verso la Basilicata e per tutta la tratta ferroviaria Potenza-Foggia.

Sempre sulla SS655, nel territorio di Spinazzola (BAT), restano bloccati sei autotrasportatori, portati in salvo dopo diverse ore dai carabinieri.

Famiglie in masserie e contrade restano bloccate senza possibilità di raggiungere i centri e rifornirsi di viveri e beni. Si verificano diversi black-out nella aree rurali per tralicci spezzati, difficoltà anche per le aziende zootecniche tra i comuni di Bella e Muro Lucano, senza elettricità ed impossibilità negli spostamenti.

Fig.20 – Una desertica Potenza-Melfi “affollata” da un trattore -©M.Possidente

Chiusa la tratta ferroviaria Potenza-Foggia e criticità anche sulla SS658 Potenza-Melfi (vedi fig.20) dalle apparenze più scandinave che lucane. Completamente isolato l’abitato di Forenza, nonostante i tentativi di aprire varchi tramite l’ausilio di una turbina e mezzi a disposizione del comune.

Sulla gran parte dei comuni lucani oltre i 300m dune di neve occupano le strade, ostruiscono gli accessi e rendono il paesaggio surreale, l’atmosfera è ovattata. C’è silenzio, in giro solo poche persone che arrancano e tavolta affondano nel manto nevoso, nell’intendo di raggiungere un supermercato. Il resto delle attività è chiuso, anche gli uffici. E’ un ritorno indietro nel tempo. E continua a nevicare.

8 FEBBRAIO – Copiose nevicate insistono anche nella notte ed al mattino in molti, guardando fuori dalla finestra, avranno pensato di essersi risvegliati in un altro paese! Altri 15-20cm di neve fresca si aggiungono a quella già presente. Sui paesi del Vulture il manto supera il metro di altezza, anche 3 metri e oltre nei punti di accumulo per vento. Mezzo metro abbondante anche per le zone appenniniche a cavallo tra il Potentino e la Montagna Materana, sul capoluogo di regione circa 40cm.

Scuole ed uffici continuano a restare chiusi in molti comuni. Si tenta di liberare le strade provinciali sommerse da muri di neve. Tante persone sono restate bloccate, come ad esempio la Guardia Medica ospitata per tre giorni da un’anziana a Ginestra.

Il comune di Rionero in Vulture richiede la proclamazione dello stato di calamità naturale, al quale si aggiungono Barile, Ripacandida, Ginestra e tanti altri comuni.

A Melfi in giornata è previsto l’arrivo dell’esercito, in aiuto con mezzi speciali.

Fig.21 – Vista satellitare ad infrarossi del 8 febbraio

Nel frattempo continua ancora a nevicare e la depressione “Julia “ si ricompatta a sud della Sicilia (vedi fig.21) sempre alimentata dalle correnti freddi provenienti dal Nord Europa. Sullo Jonio si attiva un nuovo richiamo più mite che inizia ad interessare le zone joniche ed il Materano; infatti la neve lascia spazio alla pioggia dapprima sulle coste, poi sulla piana metapontina fino a raggiungere zone più interne come Montescaglioso, Pisticci, Miglionico e Matera. Aumento delle temperature, seppur più lieve, anche nel Potentino dove la precipitazioni è mista sotto i 400 metri.

Su Potenza il manto raggiunge e supera i 50cm ma senza particolari disagi. A Tricarico la situazione è delicata (vedi fig.22), sotto un metro di neve e problemi anche con le condutture del gas. Il Sindaco ha richiesto l’intervento dell’esercito.

Fig.22 – La situazione all’8 febbraio nelle vie di Tricarico

I comuni “ingaggiano” mezzi privati per sgomberare la neve dalle vie principali dei centri, le persone per muoversi più facilmente calpestano le “piste” lasciate dai trattori, in quelle secondarie invece si affonda fino al bacino.

In serata, dopo alcune ore di pioggia, la neve ritorna a cadere anche sui centri del Materano.

9 FEBBRAIO – La depressione presente sullo Jonio va gradualmente colmandosi ed i fenomeni, a tratti ancora moderati al mattino, vanno attenuandosi entro la serata. Si approfitta di questa “tregua” per continuare a liberare le strade e raggiungere le persone isolate nelle contrade. In soccorso giunge anche l’esercito. Dalle Regioni Baltiche si avvicina una nuova depressione: “Lucina “ (vedi fig.21).

10 FEBBRAIO – Il nuovo vortice depressionario (vedi fig.23) si sposta velocemente sul Medio Tirreno portando un nuovo peggioramento su gran parte dell’Italia ed allo stesso tempo richiama aria più mite verso le regioni meridionali con conseguente aumento delle temperature in quota.

Fig.23 – Carta sinottica riferita a mezzogiorno del 10 febbraio 2012

In mattinata forti precipitazioni interessano le zone tirreniche e raggiungono anche i versanti adriatici, la presenza al suolo dell’aria fredda permette la cosidetta “neve da scorrimento “ con nevicate che si spingono anche a bassa quota: anche Pisticci, Matera e Miglionico vedono un nuovo strato di neve fresca.

Nel corso della giornata, il richiamo mite si fa sempre più intenso (vedi fig.24) e la colonna d’aria perde l’omotermia e la neve si trasforma in pioggia dapprima sulle colline del Materano e man mano anche su quelle più basse del Potentino. A sera la pioggia cade anche sui comuni di Calciano, Grassano, San Chirico Nuovo, Tolve, Lavello e Venosa e quando i fenomeni si fanno più deboli, anche su Potenza.

La situazione sull’area Vulture-Alto-Bradano resta ancora critica con più di 1000 persone ancora isolate tra le aree rurali dei comuni di Banzi, Palazzo San Gervasio e Forenza.

In tarda serata un temporale nevoso colpisce l’area centrale della Basilicata, inclusa la zona di Potenza e scarica diversi cm in poco tempo; sul capoluogo di regione l’accumulo giornaliero è di circa 20cm ed al suolo, considerando anche anche l’assestamento del manto, si raggiunge il picco d’altezza con circa 50cm. Sulle colline materane esposte allo Jonio (da Grottole verso est) invece la pioggia ha “mangiato” tutto l’accumulo presente.

Fig.24 – Mappa riferita alle temperature a 850hPa nella sera del 10 febbraio ove è possibile notare il richiamo mite risalire lo Jonio

11 FEBBRAIO – Gli ultimi fenomeni nella notte lasciano spazio alle schiarite sulle zone centro-settentrionali, le temperature risalgono un pò ovunque fino a raggiungere +8°C/+9°C sul Materano e +4°C / +5°C sul Potentino. Sul versante tirrenico invece fenomeni sporadici continuano anche al mattino ma è nel pomeriggio che riprendono vigore, spingendosi fin sul Vulture.

Nel territorio di Forenza si lavora per raggiungere le isolate contrade di Boscopiano e Casaletto, ad Irsina vengono ritrovate 33 pecore ed un ariete sbranati da lupi probabilmente arrivati dal vicino Bosco Verrutoli in cerca di cibo; il luogo dell’accaduto dista soli 300 metri dalle prime case del centro materano.

La statale 7 è chiusa nel tratto del Valico di Monte Carruozzo e chiusura anche per la SS95 di Brienza. Dalla Regione Piemonte intanto arrivano n.10 gatti delle nevi.

Grazie all’ingresso di aria più fredda da ovest tra pomeriggio e sera, le temperature riprendono a calare su tutto il territorio e le zone tirreniche a quote medie vengono interessate da copiose nevicate (circa 15cm a Lagonegro).

12 FEBBRAIO – Al mattino il tempo peggiora nuovamente e la neve riprende a cadere sul Potentino, le temperature ritornano su valori negativi anche in collina.

Nel pomeriggio le precipitazioni si intensificano ed interessano anche il Materano: la quota neve si abbassa e Matera, Montescaglioso, Miglionico, Pisticci vengono coperte da un nuovo strato bianco (circa 4-5 cm) ed i fiocchi si spingono fino a Pisticci Scalo e Bernalda. Neve anche sul Potentino dove si procede alla sua rimozione con l’ausilio di ruspe e camion.

13 FEBBRAIO – La depressione si allontana verso est e la giornata trascorre tra schiarite ed innocui annuvolamenti. Si continua con le operazioni di sgombero neve mentre a sera si fa strada l’ennesimo peggioramento.

Fig.25 – Trincee nelle vie secondarie di Rionero in Vulture

14 FEBBRAIO – Un nuovo fronte freddo da nord produce nuove nevicate già dal mattino con fenomeni continui ma deboli. Le temperature calano ancora ed i fenomeni si fanno più intensi nel pomeriggio interessando maggiormente le zone centro-meridionali. La neve si spinge più in basso tanto da imbiancare con un lieve strato anche Bernalda, circa 7-8cm di neve fresca cadono su Matera e zone limitrofe.

Circa 20cm cadono su Potenza e sulle zone interne del Lagonegrese e della Val d’Agri dove le condizioni sulla viabilità peggiorano velocemente, alcuni anziani restano isolati nelle contrade più remote.

4-5cm cadono invece sul Nord Potentino, meno colpito da questo peggioramento, in queste zone oltre i 500 metri l’accumulo al suolo resta superiore al metro d’altezza (vedi fig.25).

15 FEBBRAIO – Notte gelida complice anche il rasserenamento, in Appennino le temperature scendono fino a -10°C e temperature negative vengono rilevate anche nella piana metapontina; le strade pulite dalla neve diventando lastroni di ghiaccio.

Queste le temperature più basse registrate in Basilicata:

  • -11°C Potenza Val Basento
  • -9°C Marsico Nuovo
  • -8,9°C Brienza
  • -8,6°C Tramutola
  • -8,5°C San Nicola di Pietragalla
  • -7,6°C Tito
  • -6,9°C Lagonegro
  • -6°C Potenza centro
Fig.26 – Le schiarite permettono di vedere dal Sat le aree innevate (sul lato Tirrenico è presente della nuvolosità dal colore più grigiastro).

16 FEBBRAIO – Un rapido passaggio instabile, dovuto al passaggio della depressione “Olivia “ sulla Penisola Balcanica (vedi fig.27), avviene nelle prime ore della giornata con rovesci veloci ed intermittenti. E’ l’ultimo sussurro di questo lungo periodo perturbato.

Fig.27 – Carta sinottica riferita a mezzogiorno del 16 febbraio 2012

GIORNI A SEGUIRE (Rischio alluvionale) – Una momentanea ripresa dell’anticiclone porta un graduale rialzo delle temperature. Dal giorno 21, un nuovo peggioramento prende forma a sud della Sicilia ed innesca le umide correnti di Scirocco su Calabria e Basilicata. La quota neve inizialmente si assesta intorno i 1000 metri per poi salire ancora.

Il 22 febbraio piogge abbondanti cadono sul Metapontino (30-40mm) e sulle zone meridionali della regione (fino a 60mm a Terranova di Pollino), i fiumi salgono rapidamente anche a causa della fusione della neve presente ancora in abbondanza sulle zone appenniniche.

In conseguenza di ciò si attivano diversi movimenti franosi e si verificano l’esondazioni dei fiumi Agri, Cavone, Basento e Sinni.

Il giorno 23 si verificano i picchi di altezza idrometrica dei fiumi: il Basento raggiunge i 5,7 metri in località Torre Accio (Bernalda) con allagamenti tra Marconia e Bernalda ed il Cavone raggiunge i 4,2 metri nei pressi della SS106 con allagamenti in località Craco Peschiera, altri allagamenti dovuti all’Agri tra Tursi, Montalbano Jonico e Scanzano Jonico, altri dovuti al Sinni nel territorio di Rotondella.

In conclusione questo evento calamitoso ha interessato tutta la Basilicata. I costi per fronteggiare l’emergenza hanno superato gli 8 milioni di euro mentre il numero di volontari attivi nel territorio ha superato le 1100 unità.

Di seguito un grafico con i dati giornalieri, da noi manualmente rilevati, di neve caduta e neve accumulata.

Di seguito una carrellata di foto raccolte dal web o pervenute da utenti.

Redattore articolo: Emanuele Lentini

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